Difficoltà Scolastiche

 
 

E’ sempre più comune imbattersi in bambini o adolescenti con difficoltà scolastiche. Paradossalmente all’aumentare degli stimoli e degli strumenti di diffusione culturale sembra persistere una curva inversa relativa all’aumento di fenomeni legati ai deficit di apprendimento che spesso conducono ad una carriera scolastica deficitaria con tutte le conseguenze che essa induce dal punto di vista sociale e familiare.

E’ strano spesso constatare come bambini intelligenti, sensibili e dai tratti spesso brillanti o geniali, incappino, a scuola, in problemi legati all’attenzione, alla scrittura, alla lettura, all’espressione linguistica, alla comunicazione in genere.

Errore di distrazione vengono spesso definiti, ma quando queste distrazioni diventano persistenti e continue il rischio è quello di compromettere l’apprendimento e la resa scolastica.

Nei casi più gravi, e purtroppo sempre più frequentemente, si tende ad attribuire ai soggetti “distratti” affezioni definite: ADD (Attention Deficit Disorder), ADHD (Attention Deficit Hyperactive Disorder), Dislessia, Disgrafia, ecc.

Alcune recenti ricerche scientifiche in campo neurologico hanno in effetti prodotto qualche risultato che possa far pensare ad una componente organica per questo tipo di disagi. Come ad esempio nel caso della dislessia  per la quale si è osservato, in molti soggetti dislessici, che nel nucleo genicolato laterale la disposizione regolare delle cellule parvo e magnocellulari risulta irregolare rispetto al “normale”.









Immagine tratta dal sito - www.braincampaign.org -


Ma purtroppo, o per fortuna, questa non sembra essere condizione sufficiente in quanto non tutti i dislessici si verifica questo evento.


La dislessia e tutti i disagi associati all’apprendimento sono oggetto di grande discussione attuale. Si pone l’accento sull’aspetto visivo, sui problemi cognitivi e comportamentali innati o maturati in famiglia. Ma raramente viene preso in considerazione, in questa discussione, l’apparato uditivo con la sua estensione neuro-psicologica che definiamo ascolto.

  1. - Eppure l’apparato uditivo, soprattutto con la sua parte vestibolare (vedi Equilibrio, Percezione Corporea, Sport), gioca un ruolo fondamentale nella gestione negli atti oculomotori necessari alla lettura; lo si intende bene nei casi di una banale labirintite; oppure tentando di condurre una buona lettura o grafia in un locale eccessivamente rumoroso.

  2. -Eppure la lettura non è altro che l’evocazione di suoni (fonemi) dai segni grafici (grafemi).

  3. -Eppure tutti noi sperimentiamo la necessità di un luogo quieto, senza interferenze acustiche significative,  e magari di poter ripetere ad alta voce i concetti per favorire i nostri processi di apprendimento.

  4. -Eppure tutti noi abbiamo verificato il forte stress psichico derivante dal dover seguire una lezione in un’aula affollata non particolarmente attenta.

Ebbene, nonostante tutti questi eppure, la dinamica dei processi di udizione-ascolto sembra essere marginalmente considerata dagli studiosi dei problemi dell’apprendimento, che, constatata la presenza di un udito normale nel soggetto in esame, scartano, nelle loro analisi, la sue facoltà superiori di ascolto.

E’ proprio di questo che invece si occupa la tecnica Audio-Psico-Fonologica. Nel Test di Ascolto è facile riscontrare, nelle curve, i segnali di una difficoltà correlabili ad un deficit attentivo piuttosto che ad una dislessia. Non è altrettanto facile porre rimedio al problema. Ma questa tecnica, affrontando alla sorgente il disturbo, né può favorire una  concreta soluzione, senza meccanismi di aggiramento, e permettere ad eventuali trattamenti specialistici (logopedia, psicoterapia, ecc.) di raggiungere con maggior certezza ai risultati sperati. (consulta la pagina: Il Training Audio-Psico-Fonologico nel caso della dislessia)





Pubblicato in italiano, con la prefazione del dr. Concetto Campo e per i tipi di IBIS, il significativo testo di A. Tomatis dedicato alle difficoltà scolastiche .














IL TRAINING AUDIO-PSICO-FONOLOGICO

NEL CASO DELLA DISLESSIA